L’Alfina: un altopiano che unisce e promuove la bellezza delle diversità.
Settanta studenti del Liceo Artistico al lavoro per la sua salvaguardia.
Giovedì 14 marzo: è una mattinata in cui si sente nell’aria l’odore della Primavera e dall’Altopiano dell’Alfina si gode una vista a 360 gradi che spazia dal monte Amiata alle creste del Redentore. E’una giornata cristallina e limpida come i settanta ragazzi delle sezioni di Architettura e Ambiente (III B) e Indirizzo Multimediale ( IIIA e IV A) del Liceo Artistico di Orvieto che, anticipando e al contempo preparandosi alla giornata del Friday for future, hanno attraversato parte del pianoro dell’Alfina carichi di entusiasmo per ammirarne le bellezze, consapevoli che il loro compito, questa volta, non è promuovere o valorizzare un luogo ma, al contrario, proteggerlo perché senza conoscenza e salvaguardia non può esserci promozione. L’escursione ha avuto particolare rilevanza perché ammantata da un profondo senso di integrazione e inclusione in quanto ha visto la volitiva partecipazione , fin dall’inizio del progetto, di tutti gli studenti del Laboratorio integrato del Liceo Artistico con i docenti di sostegno (Roberto Forlini, Francesca Boncompagni, Tatiana Frasconi, Francesca Vincenti) e gli educatori (Luca Angelozzi, Giada Ciano, Federica Moncelsi).
Al fine di preparare tutti ragazzi in modo adeguato, nel corso dell’anno scolastico sono stati effettuati approfondimenti interdisciplinari dai docenti di Storia dell’Arte (proff. Paolo Biazzi e Anna Maria Chiasso) e delle discipline di Indirizzo Multimediale (proff. Fabrizio Boggi e Melania Catteruccia). Gli approfondimenti sono stati resi ancora più specialistici grazie al coinvolgimento di esperti esterni che da tempo lavorano con passione per la valorizzazione e, ancora prima, per la salvaguardia del territorio. L’archeologo Francesco Pacelli, che collabora con la Soprintendenza archeologica dell’Umbria e l’agronomo Gabriele Antoniella, esperto in biodiversità e cambiamenti climatici e dottorando presso l’Università della Tuscia. Nel corso dei vari interventi docenti ed esperti hanno illustrato ai ragazzi come l’Altopiano dell’Alfina sia un luogo unico in Italia, un fertile pianoro vulcanico che unisce tre regioni, un tempo granaio di Roma, attraversato dall’antica arteria della Cassia. È un Altopiano che custodisce nel suo “ventre” le acque che alimentano il lago di Bolsena e le numerose sorgenti che dissetano gli abitanti dell’orvietano. I ragazzi grazie agli interventi dei docenti che li hanno accompagnati hanno potuto scoprire come questo luogo sia costellato da casali ricchi di storia, da castelli, da borghi ed antichi mulini un tempo alimentati dai fossi che corrono per le sue pendici. È un luogo depositario di affascinanti leggende che echeggiano e richiamano il lucumone Porsenna oppure i briganti di fine Ottocento, un luogo quasi ancestrale che per secoli ha unito e alimentato, grazie alla sua biodiversità, gli abitanti dei territori con cui confina. L’Altopiano dell’Alfina è però da anni bersaglio di interessi biechi e privi di lungimiranza che minano la sua fragile unicità, che depredano e inquinano le sue preziose falde, che rischiano di cancellare per sempre le testimonianze storiche, rurali e agronomiche che il suo paesaggio conserva da secoli. Molti, quindi, gli spunti forniti ai ragazzi e che hanno anticipato un’uscita che per certi versi risulta essere già memorabile sia per numero di partecipanti che di partecipazione. L’escursione è stata ideata con il fine di promuovere anche un modo di scoprire il territorio in maniera sostenibile, come da progetto interno all’IISACP “Camminare insieme” promosso dai docenti di Educazione Fisica e Sostegno (Errica Rapaccini, Francesca Vincenti e Roberto Zannini). Il progetto, che ormai è al quarto anno e interessa trasversalmente tutte le classi del Liceo Artistico, promuove il “camminare” come una pratica sportiva accessibile a tutti, che annulla le differenze e sostiene la bellezza delle diversità coniugando la conoscenza del territorio dal punto di vista culturale, naturalistico e paesaggistico insieme all’esperienza del camminare insieme nella riscoperta di un rinnovato stile di vita.
Giovedì 14 marzo animati da questi h gli oltre settanta partecipanti, accompagnati anche dalla Dirigente prof.ssa Cristiana Casaburo, che ha accolto con entusiasmo l’iniziativa, e dai proff. Pietro Vincenti e Sara Bartoccini, muniti di appunti, di telecamere e di macchine fotografiche si sono mossi come un pacifico “plotone” alla scoperta e alla difesa di un prezioso e fragile paesaggio, dando dignità ad un muretto a secco, nobilitando quel che resta di una vite maritata, esaltando i vecchi gelsi un tempo utilizzati per l’allevamento dei bachi da seta e scoprendo la bellezza di passeggiare dentro ad un vecchio uliveto o il panorama che si gode dal Castello di San Quirico. Molti i dati raccolti e le riprese fotografiche e filmiche effettuate. Probabilmente altre uscite seguiranno per affinare il lavoro avviato. L’obiettivo è di far confluire tutto il materiale e le riflessione che ne scaturiranno in una esposizione finale con lo scopo di sensibilizzare ulteriormente gli studenti e soprattutto far comprendere, attraverso esposizioni fotografiche itineranti, a coloro che ancora non ne sono consapevoli quanto la salvaguardia e la valorizzazione dell’Altopiano dell’Alfina, e più in generale del nostro territorio, sia un dovere morale di tutti per trasmettere alle generazioni future luoghi ricchi di significato e depositari della nostra storia.