GRANDI SCULTURE IN “PANNI BAGNATI” E  FIGURE IN TERRA COTTA: SI RINNOVA LA TRADIZIONE DEL PRESEPE AL LICEO ARTISTICO DI ORVIETO

 

Il Liceo Artistico si manifesta ancora una volta come un’importante fucina d’arte che forma con entusiasmo e grande professionalità i propri studenti, coinvolgendoli in progetti di qualità che affondano le radici nella tradizione, dialogano con il territorio e guardano ad un futuro ricco di buoni auspici.

Questo è evidente nei due magistrali presepi realizzati partendo da un’idea della Dirigente Cristiana Casaburo che ha sostenuto con passione e generosità l’iniziativa.  I docenti di Discipline Plastiche, Roberto Forlini e Irene Nicolosi, hanno progettato e guidato gli studenti delle classi di Arti figurative nella ideazione e realizzazione di due presepi: uno per l’Istituto,  l’altro realizzato per l’Associazione AGE (associazione genitori) che lo collocherà nel pittoresco borgo di Rocca Ripesena dinanzi alla chiesa di Santa Maria della Stella. I due lavori sono stati presentati nella sede del Liceo Artistico il 13 dicembre alla presenza della Dirigente, dei docenti, degli studenti, di tutto il personale ATA, dei rappresentanti dell’Associazione AGE, dell’assessore Carlo Moscatelli nonché del Vescovo della diocesi di Orvieto-Todi Monsignor Benedetto Tuzia che ha risposto con grande calore all’invito postogli dalla comunità scolastica, rivolgendo a quest’ultima parole di vera ammirazione per il lavoro che quotidianamente svolge e per i risultati raggiunti. Ancora una volta i protagonisti sono stati i ragazzi: l’iniziativa è stata aperta dal coro del gruppo del laboratorio integrato “Musicabile” diretto dal Maestro Roberto Forlini; gli studenti, intonando uno dei più noti canti natalizi, come sempre hanno emotivamente coinvolto tutti i presenti.  Poi è stata la volta della presentazione dei lavori: tre grandi personaggi realizzati in “ Panni Bagnati”, ovvero panni di cotone imbevuti di gesso modellati su uno scheletro in ferro battuto, compongono il presepe realizzato dagli studenti della classe VC. A dirigere e coordinare i lavori, per circa un mese, la prof.ssa Irene Nicolosi.La tecnica di realizzazione di per sè è ambiziosa: rimanda alla tradizione fidiana dei marmi del Partenone poi traslata nella pittura rinascimentale per studiare e ottenere maggior naturalismo nelle figure. Nelle botteghe rinascimentali gli artisti, infatti, erano soliti predisporre stoffe o vesti su manichini poi,  per fissare le pieghe naturali dei tessuti, bagnavano il tutto con acqua e gesso;  in tal modo potevano studiare i panneggi e i dettagli luministici da riportare nel dipinto. Rifacendosi a tale tradizione, ma rivisitandola e aggiornandola, le tre grandi sculture bianche dell’Angelo annunciante, di Maria e Giuseppe catturano immediatamente l’attenzione proprio per l’abbondante e artificioso panneggiare delle stoffe che unisce i personaggi della Sacra Famiglia come in un abbraccio, lasciando intravedere appena i volti delle figure divine, la cui purezza e semplicità  sono evocate dal bianco: unico colore ammesso.   Gesù Bambino è contornato da rose che alludono al borgo di Rocca Ripesena: ormai noto come il Paese delle rose. Più legato alla tradizione il presepe realizzato dai ragazzi della 3 C diretti dal prof. Roberto Forlini. Questo presepe semplice nasce dalla terra che l’ha generato, l’argilla infatti, elemento su cui poggia la fragile rupe orvietana, è il materiale utilizzato.  Maria, Giuseppe e il Figlio hanno i volti della gente comune e semplice: Giuseppe è inginocchiato verso il Figlio, il suo viso è segnato dagli anni, le sue mani grandi con dita tozze sono quelle di un artigiano.  Maria, riprendo un gesto caro all’iconografia sacra, è intenta a portare un panno al Bambino Gesù che dorme adagiato in un giaciglio di iuta e paglia.
La Sacra famiglia viene però esaltata dal bianco del materiale: le tre figure sono state plasmate utilizzato un’argilla refrattaria, la “chamotte” , che dopo la cottura assume una colorazione molto chiara, bianca, che ovviamente allude alla purezza. Per la realizzazione del bue e l’asino il gruppo di lavoro ha scelto di utilizzare un’argilla del posto, quella di Castel Viscardo, che dopo la cottura assume il classico colore rossastro. Entrambe le opere sono pregevoli, realizzate con grande impegno e maestria. Nel corso della presentazione dei lavori, nelle aule della scuola si è respirata un’aria di complicità, serenità e voglia di lavorare per stare bene insieme e sentirsi parte integrante della comunità scolastica.