A REGOLA D’ARTE
Non è facile creare un evento nella città dei Filippeschi e Monaldeschi, là dove le critiche piovono sonore e beffarde, che metta tutti d’accordo e renda possibile lavorare insieme, anche quando il fine non è convincere qualcuno o vendere chissà cosa, ma semplicemente dare a Pietro ciò che è di Pietro, nulla di più.
Non occorrono parole ne slogan, basta guardarla, Orvieto, per capire di cosa stiamo parlando.
Ma anche se nessun Orvietano è stato mai d’accordo fino in fondo con un altro Orvietano e tutto ci ha sempre divisi, eppure non troverete nessun nostro concittadino che metta in dubbio la bellezza di piazza del Duomo, del Palazzo del Capitano del Popolo, del Corteo Storico, forse perché l’arte e la bellezza svolgono anche questo compito: unirci.
E’ con questo intento che dobbiamo preparaci a festeggiare un compleanno speciale, quello del Liceo Artistico (alias Istituto d’Arte) la scuola che ha flirtato con l’arte e cresciuta ad Orvieto negli ultimi cinquant’anni.
Si perché Studenti e Dirigenti, Insegnanti e Presidi hanno contribuito sempre a portare avanti quel compito “strano” e difficilissimo che caratterizza il mestiere di artista e sarebbe fin troppo facile fare un elenco dei grandi personaggi che hanno orbitato intorno (e dentro) al Liceo “Istituto d’Arte” Artistico, facile e pericoloso, perché il rischio dimenticarne qualcuno sarebbe davvero alto (e allora giù, ripiomberemmo nel clima dei Filippeschi e Monaldeschi!).
Come dicevamo non occorrono slogan né per descrivere la bellezza di Orvieto né per raccontare il ruolo del Liceo, Istituto d’Arte, Artistico, e siamo sicuri che la città, tutta la città, sarà dalla nostra parte, e si ricorderà dei nostri studenti seduti a dipingere qualche scorcio, a realizzare iniziative creative e stimolanti, a ricordarci cosa può fare l’Arte.
Interessarsi di Arte, cercare di capirla, di entrarci in sintonia, osservarla o anche solo fermarsi a respirare vicino a qualcosa che può avere a che fare con l’Arte ci rende migliori.
Ricordo una mia cara collega di qualche anno fa che raccontava che da bambina il padre le suggeriva sempre di passare da piazza del Duomo e di dare almeno un’occhiata alla Cattedrale, perché, le diceva, -anche se non ti accorgi, ti fa bene!-.