Il tradizionale percorso P.C.T.O. “Laboratori di Vita” ha condotto gli studenti delle Classi Quarte del Liceo delle Scienze Umane sui sentieri naturali e storici dell’Orvietano, guidati da alcuni escursionisti esperti, membri attivi della sezione orvietana del C.A.I. (Club Alpino Italiano), il cui Presidente, Alessandro Barone, ha attivamente risposto alla nostra richiesta di collaborazione.
L’esperienza è stata molto formativa, infatti ha permesso la scoperta di siti archeologici del territorio e di spazi naturalistici spesso sconosciuti ai ragazzi. Uno degli obiettivi del P.C.T.O. è, invero, la conoscenza del territorio sia nelle sue caratteristiche naturalistiche, artistiche che in quelle economiche, elementi fondamentali per essere cittadini attivi e consapevoli. Il territorio esplorato ha assunto di conseguenza una valenza pedagogica e didattica diventando momento esperenziale dove la componente teorica sociologica si è andata a coniugare con la dimensione pratica. Si pensi, ad esempio, allo studio dei luoghi e non luoghi di Augè e a quanto la loro comprensione possa essere interiorizzata in maniera significativa nel momento in cui si portano gli studenti a riflettere sul campo circa la differenza fra luoghi storici e luoghi della “surmodernità”.
Da non sottovalutare, in questa esperienza, il ruolo della conoscenza di attività di volontariato come quella del CAI e di conseguenza del cosiddetto settore no-profit che comprende enti che operano sul territorio senza scopo di lucro, in cui le attività di promozione sociale vengono sostenute anche dall’intervento propositivo e solidale di professionisti. La conoscenza diretta dei valori e delle funzioni del volontariato possono aprire negli studenti spiragli alternativi circa le istanze della società contemporanea incentrata tutta sull’individualismo e sulla “soppressione del Noi”, parafrasando Zygmunt Bauman.