Cultura ed educazione la chiave di lettura della Notte del Lceo Classico F. A. Gualterio di Orvieto
Nella splendida cornice artistica e storica di Palazzo Clementini , si è creta un’atmosfera accogliente e magica nell’alternarsi di interventi con ospiti eccellenti, nuovi e “vecchi” alunni del liceo classico F. A Gualterio, per una rilettura “attuale” dei classici.
Un’occasione per ritrovarsi sul senso della formazione classica dei giovani che nella fase della loro crescita identitaria individuale, sociale e politica hanno bisogno di visioni aperte nel tempo e nello spazio per rappresentare i loro desideri e sogni da perseguire con coraggio e responsabilità nel futuro.
Cultura ed educazione la chiave di lettura della Notte del Gualterio con LE RAGIONI DEL CLASSICO sostenute ottimamente da Giancarlo Baffo, ex alunno del Liceo, docente di filosofia morale all’Università di Siena, che con il riferimento al saggio di Nietzesche “Sull’avvenire delle nostre scuole”, ha dato una chiave interpretativa del presente estremamente attuale: subordinare la scuola a fini utilitaristici, all’hic et nunc, significa formare “inutili impiegati”, significa rinunciare alla formazione vera che si fonda sul possesso di una cultura profonda. Simonetta Teucci, membro dell’Associazione Italianisti, ha sottolineato con il suo intervento la valorizzazione degli studi umanistici e della letteratura perché, come ci dice Aristotele, essa è imitazione della realtà e ne esprime in forma metaforica i significati. Emozionante la lettura di un passo dall’Apologia di Socrate di Platone da parte di due alunni delle ultime classi, Ludovico Radicchi e Luna Pigozzi, per riflettere sul tema della crisi della democrazia. Platone ci dice che quando la retorica prevale sulla verità e il materialismo sulla “cura dell’anima”allora la democrazia comincia a morire e con essa la libertà di espressione, lo spirito critico e i valori etici.
“Neppure se dovessi morire molte volte smetterò di occuparmi di filosofia e di insegnare come rendere migliore la vostra anima” afferma Socrate ai giudici che lo condannano a morte, divenendo così l’esempio più alto dell’intellettualismo etico. Per concludere la riflessione, che ha aperto la prima parte della serata è stato presentato dalla prof.ssa Roberta Menichetti il video “La vita mirabilis di S.Francesco”, premiato al concorso “Dante come lo vorrei”. Anche in questo caso il richiamo è allo studio di un autore, Dante, che ha una valenza formativa fondamentale nella nostra cultura e che è una figura esemplare di intellettuale “militante”, di cui il nostro tempo e i nostri giovani hanno grandissimo bisogno.
Tra i presenti molti ex alunni che hanno partecipato alla riuscita dell’evento. Dall’intervento intelligente e puntuale di Simone Visciola, oggi docente di Storia contemporanea all’Università di Toulon in Francia, al bellissimo contributo musicale di Stefano Benini, suo compagno di classe, che con il suo coro Vox et Iubilum ha presentato una antologia di canti Gospel, interpretati con impeccabile bravura e introdotti e contestualizzati con competenza dal Maestro.
La Notte 2018 del Gualterio ha voluto essere anche un momento di incontro e condivisione, favorito dalla gradita presenza dell’Istituto Alberghiero che ha curato con efficienza e competenza il buffet. Lo spirito di comunità è stato sottolineato dalla presenza di molti alunni e dal direttivo al completo dell’Associazione ex alunni del
Gualterio, che hanno ideato il momento Amarcord. Sulle note di Fellini il riconoscimento alla classe più numerosa: la quinta B della maturità 1984, capitanata da Fabrizio Gulino, premiata dal Presidente Carlo Carpinelli, molto affezionato al Gualterio, che ha ricordato il significato importante della storia e della memoria di questa scuola per la città di Orvieto.
All’insegna delle letture di “Chi legge naviga meglio” l’ultima parte della serata, per ricordare la centralità del libro nell’era del digitale e di internet, con “Il terrazzino dei gerani timidi“ della grande Anna Marchesini, anche lei bravissima alunna del Gualterio, e poi tanti autori amati dagli studenti, fino al testo finale, condiviso da tutti gli oltre quattrocento licei che hanno aderito all’iniziativa, Inno a Selene, letto in greco e tradotto dalla prof.ssa Manuela Marsili.