Tre giornate intense, emozionanti e divertenti per gli studenti del liceo classico F.A Gualterio che sono stati
protagonisti, insieme ai bambini della scuola primaria Luigi Barzini, di un innovativo progetto didattico:
giocare con la filosofia, le sue domande, i suoi pensatori. FilosoFARE: pensieri in gioco è infatti il titolo di
una attività del laboratorio storico e filosofico, coordinato dai docenti di storia e filosofia Angelo Marocco e
Chiara Scurti, che ha trovato il pieno sostegno e la convinta adesione della maestra Claudia Libertazzi,
responsabile del progetto Biblioteca della scuola orvietana e da sempre promotrice attiva e sostenitrice
fattiva di percorsi filosofici per i più piccoli. Ne è nata una sinergia di intenti per condividere grandi
tematiche attraverso esperimenti ludici nella comune convinzione che il laboratorio didattico e il gioco
siano luoghi privilegiati dove attivare didattiche partecipative e socializzate.
E infatti sono state le ragazze e i ragazzi di Palazzo Clementini a ideare e costruire giochi ed esperimenti che
permettessero di entrare in certi argomenti: il relativismo, il pregiudizio, i doveri, le regole, i paradossi, il
bene, la giustizia e il senso più generale della filosofia.  Lavorando con i docenti  i giovani liceali hanno
cercato di tradurre problemi ispirati alla storia della filosofia in attività stimolanti e sfidanti per i bambini
che hanno partecipato con entusiasmo e vivacità.  Insomma si è trattato di mettere mano alle idee per
attivare contemporaneamente logica, immaginazione e pensiero critico.
Ed è stato proprio Socrate in persona, impersonato da un giovane liceale, a guidarli in questo viaggio del
tutto nuovo. Raccontando di sé e della sua vita ha dialogato con i suoi piccoli interlocutori aiutandoli ad
immedesimarsi in quello spazio quotidiano della vita di Atene fatto di domande e curiosità.
I bambini, che con spontaneità e naturalezza hanno accolto i più grandi nello spazio della loro biblioteca,
hanno interagito brillantemente dimostrando di essere portatori naturali di domande filosofiche. E piano
piano è emersa la bellezza di poter confrontare i punti di vista diversi grazie ai quali il dialogo si è arricchito,
consentendo di arrivare tutti insieme un po’ oltre a ciò che si può pensare da soli.
Così è stato per i bambini, ma anche per i ragazzi più grandi che sono stati con loro, aumentando in tutti la
capacità di dire, pensare, ascoltare e ragionare con la propria testa. Sì, perché la prassi interattiva, nella
semplicità della sua dimensione ludica, ha consentito alle classi del liceo classico di tradurre in competenze
le conoscenze, ha insegnato a saper fare e saper essere oltre a sapere e basta. Al tempo stesso le
studentesse e gli studenti della primaria hanno sperimentato la meraviglia cimentandosi, a turno, in piccole
grandi sfide. Tutto senza banalizzazioni come del resto già sottolineato, nel 2017, dall’allora Ministero della
Istruzione. Negli Orientamenti per l’apprendimento della Filosofia nella società della conoscenza si legge
infatti che: “Nell’ottica di una formazione armoniosa della persona e dell’acquisizione di una cittadinanza
attiva e responsabile, il contributo della filosofia fin dalla scuola primaria appare rilevante sia per lo
sviluppo delle capacità logico-argomentative che per quelle dialogico-comunicative, oltre che nella
promozione di una affettività equilibrata, consapevole del sé e capace di relazionarsi all’altro”.
Come a dire filosofia per tutti. Ma senza bisogno di raccontarla in forme paludate e seriose perché, come
diceva Lord Shaftesbury nella Lettera sul fanatismo, l’eccesso di serietà è l’anticamera dell’impostura. I
ragazzi, grandi e piccoli, invece, parafrasando un famoso passo di Wittgenstein, vogliono solo giocare per
insegnare alla mosca come uscire dalla bottiglia