Emiliano Poddi, docente della scuola Holden, e La gioia di scrivere di Wislawa Szymborska
La gioia di scrivere.
Il potere di perpetuare.
La vendetta d’una mano mortale.
Giocare con il tempo: fermarlo, tornare indietro per cambiare una parola, rallentarlo per assaporare la poesia di un istante. È il sogno di tutti. Lo aveva intuito appieno Wislawa Szymborska, la quale nelle sue poesie riesce a dilatare i dettagli, anche bizzarri, della vita quotidiana e a bloccare un momento, come se fosse una fotografia.
Il valore del tempo è stato uno degli argomenti più affascinanti trattati dallo scrittore Emiliano Poddi, durante la conferenza tenutasi nell’aula magna del Liceo Gualterio di Orvieto per gli studenti del Classico e delle Scienze umane nella giornata di mercoledì 16 gennaio. L’autore, nato a Brindisi nel 1975 da genitori cestisti, è sempre stato diviso tra l’amore per lo sport e lo studio della letteratura. Dopo essersi prima diplomato al Liceo classico e successivamente laureato in Lettere, ha frequentato la scuola Holden di Torino, alla quale poi rimarrà fino ad oggi legato in qualità di professore.
L’incontro è stato molto coinvolgente: lo scrittore è riuscito a catturare l’attenzione degli alunni per tre ore e a far volare il tempo, come se anche lui avesse la capacità di controllarlo. Ha mostrato come la Szymborska sappia trattare con semplicità ed ironia argomenti che ci riguardano e ci toccano quotidianamente; ne è un esempio la poesia LA CIPOLLA, nella quale accanto al suo sottile umorismo, è presente un significato più profondo: l’imperfezione umana.
La cipolla è un’altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro/senza provare timore. […]
In noi – grasso, nervi, vene,
muchi e secrezione.
E a noi resta negata
l’idiozia della perfezione.
Poddi ha sottolineato il carattere della poetessa, descrivendola come un genio, meravigliata da tutto ciò che la circonda. Ed è proprio questo stupore tipico di un bambino che la spingeva a scrivere e a notare un particolare sfuggente in un contesto generico noto a tutti. Nella poesia FOTOGRAFIA DELL’11 SETTEMBRE, ispirata da una tragica e purtroppo celebre foto dell’attentato alle Torri Gemelle, lei riesce a fermare con le sue parole il volo di un uomo che oppresso da fumo e fiamme si getta dal grattacielo. La descrizione, al contrario del contesto, non è drammatica: la Szymborska compie un atto di grande umanità non descrivendo l’inequivocabile sorte ultima dell’uomo.
Sono saltati giù dai piani in fiamme –
uno, due, ancora qualcuno
sopra, sotto.
La fotografia li ha fissati vivi,
e ora li conserva /sopra la terra verso la terra. […]
C’è abbastanza tempo
perché si scompiglino i capelli
e dalle tasche cadano
gli spiccioli, le chiavi.[…]
Solo due cose posso fare per loro –
descrivere quel volo
senza aggiungere l’ultima frase.
La conferma dei sentimenti suscitati dalla conferenza di Poddi è stata evidenziata dalle numerose domande che gli alunni hanno poi posto allo scrittore al termine dell’incontro, riguardo ai temi del tempo, del vuoto, del gioco, della storia della Szymborska. È stata una discussione veramente interessante, che ha portato a riflettere noi giovani.
Ci auguriamo di rivivere tale esperienza con Emiliano Poddi il più presto possibile!
(Romeo Corba e Alessia Pasquini, IVA Liceo classico)