“E NAUFRAGAR M’ E’ DOLCE IN QUESTO MARE …”
Una giornata costruita in poco tempo, quasi improvvisata, ma forse più autentica nella sua parte più essenziale, la grande partecipazione degli studenti, tutti bravissimi nel leggere i testi ed eseguire le musiche che declinavano il tema di quest’anno, Mediterraneo, perché è nel Mediterraneo che sono cresciute e si sono diffuse le civiltà da cui ha origine la nostra cultura.
Mediterraneo perché il mare è da sempre metafora del viaggio di esplorazione o di sopravvivenza e fuga, e così dall’ Odissea, con il proemio letto in greco si arriva, attraverso le riletture moderne del mito di Seferis “ Sopra un verso straniero” e Kavafis “Itaca”, interpretate dagli alunni delle classi terza e seconda, con il suggestivo testo di Tomasi Lampedusa “ La sirena” e “Fratello mare “ di Hikmet fino a Montale, “Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale “ , a “Mare e Terra “ di Alda Merini e alla toccante preghiera laica di Erri de Luca “ Mare Nostrum”, letta ad un’unica voce dalla classe prima. Per creare un ponte tra classico e moderno sono stati inseriti tra le poesie “Mediterraneo” di Pino Mango e la sonata 17 op. 31 di Beethoven “ La tempesta”.
L’ideazione del programma della serata, che ha avuto come protagonisti gli studenti di tutte le classi, è frutto della collaborazione delle docenti delle discipline classiche, con la partecipazione diretta della Dirigente Cristiana Casaburo e, nella seconda parte, dei docenti di Matematica e Fisica.
Il prof. Umena con “ L’insostenibile leggerezza dell’essere digitali” ha ricordato come l’evoluzione tecnologica ci abbia trasformato e come sia essenziale lo studio delle discipline umanistiche per non perdere l’essenza della nostra umanità , il prof. Federico Mandini laureato in fisica, ex alunno che è quest’anno diventato docente di ruolo al Gualterio, ha sottolineato come tra le due culture, umanistica e scientifica, vada ricercata la complementarietà perché entrambe ugualmente necessarie alla formazione. Damiana Fidani presidente dell’Associazione ex alunni ha portato il suo contributo sulle ragioni del classico, incentrando il suo intervento sull’eredità che il liceo classico le ha lasciato e sul valore dello studio del greco, simbolicamente sottolineato dal dono di sei vocabolari di greco, che l’Associazione, su indicazione della prof.ssa Salani, ha voluto fare al liceo classico .
Segno di una scuola che si rinnova aprendosi alle esperienze di orientamento il video presentato dai ragazzi della classe quinta B, “Dall’agorà alla Piazza Virtuale”, un invito a riflettere sulla trasformazione della comunicazione e un’ emozionante riflessione sul valore della scuola e dell’educazione civica ovvero del vivere in armonia e nel reciproco rispetto, in un’aula e nel mondo e “ La straordinaria vita di Eugenio Faina”, una biografia realizzata dagli studenti della classe quinta A, in collaborazione con la Fondazione del Museo Faina. Il greco è soprattutto nelle nostre parole come hanno illustrato con “ Le passioni dei greci” , attività di pcto con l’AICC di Roma, gli studenti delle classi quarta A e terza A, questi ultimi con la parola phobos, intesa come la paura dell’imprevedibile, con una coinvolgente lettura del frammento di Archiloco “l’eclissi”. Dopo il buffet, allestito in giardino, con la consueta impeccabile professionalità da docenti e studenti dell’Istituto Alberghiero “Luca Coscioni”, sono state premiate le alunne vincitrici del Piccolo Certamen, Sara Galanello, Elisabetta Picciolini e Katarina Dokic, con il tradizionale dono di tre classici, l’Eneide di Virgilio, Il De Republica di Cicerone e l’Orestea di Eschilo. La serata si è conclusa con lo spazio “Il teatro è vita “, per sottolineare l’importanza educativa di questa forma di espressione, tra le più grandi invenzioni dei greci, con gli studenti della classe quinta B che hanno presentato una sintesi lirica dalle Troiane di Euripide e le alunne della quarta A che hanno rappresentato una scena dalla Lisistrata di Aristofane . Due differenti voci di fronte ad unico tema: il rifiuto della violenza insensata della guerra. La chiusura tutta poetica era quest’anno dedicata a Saffo, con il frammento “Notturno”, declamato in greco e nelle quattro traduzioni di Foscolo, Leopardi, Pavese e Quasimodo, preceduto dall’interpretazione corale del “Cielo Capovolto, Ultimo canto di Saffo” di Vecchioni, degli alunni classe terza . Una conclusione che esprime il messaggio fondamentale che ci proviene dai classici, che sono semplicemente una chiave interpretativa del presente, con parole che continuano a parlarci e con cui possiamo confrontarci in ogni epoca.