Gli studenti della classe 2ALCES, coordinati dalle prof.sse Vignanelli e Rellini, hanno proposto e somministrato, in forma anonima, alle classi seconde del Liceo Classico e del Liceo delle Scienze Umane, un semplice questionario, adattato da un test della psicologa statunitense Kimberly Young, costituito da 19 semplici domande sulle abitudini legate ad internet, per aiutare a comprendere se e quanti soggetti, nella fascia di età presa a campione, siano a rischio di dipendenza dalla rete.
In effetti, la rete Internet ha influito e influisce sulle vite di tutti noi e ha introdotto una serie di cambiamenti positivi: ad esempio una più ampia diffusione della cultura; non solo si può acquisire qualunque informazione in pochi minuti effettuando una ricerca on-line, ma grazie alla rete, si gode anche della libertà di poter vedere un filmato o ascoltare delle canzoni in qualsiasi posto o momento, perfino della possibilità di raggiungere altri individui, dall’altra parte del mondo.
Ma i rischi della rete sono sempre in agguato … Da qualche decennio si parla di “dipendenza” quasi sempre per indicare una condizione patologica derivante dall’abuso di una sostanza (naturale o chimica) o di un’attività. Oggi si parla di “nuove dipendenze” o “dipendenze senza sostanze”, perché il soggetto manifesta un irresistibile e patologico bisogno non di assumere droga, ma di dedicarsi a un’attività, prima fra tutte la navigazione in internet o il gioco d’azzardo. Ecco dunque la comparsa della cosiddetta “dipendenza dalla rete” e della “ludopatia”. L’uomo del Nuovo Millennio è un “uomo tecnologico” che passa molto tempo on-line o sui social network: se però questo tempo non ha un limite, la conseguenza potrebbe essere quella della dipendenza con i correlati rischi, sia a livello fisico che mentale.
L’esigenza di autovalutazione e di consolidamento della consapevolezza nell’uso delle nuove tecnologie ha spinto e motivato la classe 2ALCES a immergersi in questa attività di ricerca, che rientra a pieno titolo nella parte della programmazione dell’Indirizzo Scienze Umane Economico Sociale, la “Metodologia della ricerca”, ma che si è rilevata particolarmente interessante per la “componente classica” del gruppo classe.
Le nuove tecnologie sono “pane quotidiano” per ogni individuo, specie per gli adolescenti, e ne condizionano i comportamenti e pensieri in svariati modi, e di ciò dobbiamo essere consapevoli.
I dati grezzi ottenuti, attraverso la somministrazione del questionario di autovalutazione, grazie all’aiuto prezioso della docente di matematica, sono stati analizzati e elaborati nel corso di vari pomeriggi dedicati all’attività, un’attività di squadra, in cui gli studenti hanno lavorato condividendo e mettendo a frutto competenze informatiche, matematiche e linguistiche: in questa sede, rendiamo pubblico il profilo medio dello studente che frequenta la classe seconda del Liceo Classico e delle Scienze Umane ottenuto a conclusione del lavoro:
“ Lo studente liceale che frequenta la seconda classe del Liceo Classico e Scienze umane, è un adolescente che utilizza Internet in modo equilibrato, e anche se talvolta rimane in Internet più a lungo di quanto si era riproposto riesce a non perdere il controllo della situazione: dunque, in virtù di tale equilibrio, non corre il rischio di “dipendere dalla rete”.
Il nostro studente conosce bene la differenza tra realtà virtuale e realtà fisica e non trascura le sue amicizie “reali” e, infatti, le persone che lo circondano si lamentano raramente del tempo che trascorre in rete; intreccia relazioni direttamente, in presenza, e non trova affatto più facile fare nuove conoscenze in internet.
Inoltre preferisce di gran lunga stare con gli amici, piuttosto che passare più tempo in internet e quando non è collegato non sente la nostalgia della rete, né si sente depresso o irritabile o nervoso.
Non gli capita mai di stare sulla difensiva quando qualcuno gli chiede quali siti frequenta e non si ritrova a pensare che la sua vita senza la rete sia vuota o a consolarsi con il pensiero di Internet.
Egli è ben consapevole di sé e ritiene che la sua capacità di concentrazione non è influenzata negativamente dall’utilizzo di Internet, raramente trascura gli impegni scolastici per passare più tempo al computer e, comunque, talvolta accade che si trattenga davanti allo schermo più del dovuto”.