Il Progetto “Emozioni tra arte e psicologia”, modulo del più ampio PON “Apprendimento e socialità”, ha coinvolto diversi alunni del I Biennio e del Terzo anno del Liceo delle Scienze Umane. L’obiettivo fondamentale del Progetto è stato quello di mettere in gioco istanze emotive e affettive capaci di far prendere coscienza di quanto esse possano condizionare e stimolare la nostra vita e, di conseguenza, i rapporti interpersonali e “l’intelligenza intrapersonale”, mutuando quest’ultima espressione dagli studi di Gardner.
Altri studiosi, come Goleman e Galimberti , nei loro testi, invitano a riflettere sull’importanza della “cura” della dimensione relazionale, parte integrante del processo di formazione dei giovani, che necessita di essere recuperata perché trascurata dall’Istituzione scolastica: gli autori citati sostengono pertanto che non ci può essere apprendimento significativo se ci si concentra esclusivamente su competenze cognitive, anzi, queste si potenziano a partire proprio dall’affettività. Di qui lo sfondo integratore del Progetto: la Natura e l’immersione in essa, come garanzia di efficaci stimoli estetici e sensoriali espressi e comunicati attraverso la corporeità e il segno grafico.
Ecco che allora l’esplorazione della campagna orvietana, rievocata attraverso il movimento e la sperimentazione grafica, hanno permesso l’apertura e la condivisione dei diversi e unici “ Io” individuali. Così si è espressa una studentessa rivelando le sue sensazioni di fusione con la Natura: “Radice che nutre, il corpo si risveglia, linfa che percorre ogni parte del corpo, come una scossa elettrica,una scossa blu che mette in moto tutto e risveglia i muscoli,gli arti, ogni piccola falange,come rami nel vento si muovono leggeri. Rami che legano,si fondano l’uno nell’altro”.
Come non trovare in queste semplici e spontanee parole la sensazione di unità con la terra, gli alberi, le foglie, con la bellezza, troppo spesso dimenticata dalla nostra società della tecnica,che esaltando la materialità ci impedisce di coltivare il nostro profondo e misterioso ‘giardino interiore’.