I ragazzi e le ragazze dell’indirizzo multimediale del Liceo Artistico protagonisti alla settima edizione di Orvieto Cinema Fest
Quest’anno, in occasione della settima edizione di Orvieto Cinema Fest, il festival internazionale di cortometraggi che si è svolto ad Orvieto dal 22 al 29 settembre, i ragazzi e le ragazze dell’indirizzo multimediale del Liceo Artistico sono stati coinvolti in prima persona. Il loro coinvolgimento quest’anno è iniziato con la visita guidata alla mostra The Ice Builders, una mostra video-fotografica a cura di Andrea Zatta, Fabio Saitto, Francesco Clerici e Tommaso Barbaro.
Attraverso il progetto Ice stupa Zanskar, la mostra introduce alla lotta delle comunità del Ladakh, nella regione dell’Himalaya, contro la crisi climatica, che ha alterato drasticamente il loro ecosistema. Le immagini catturano la costruzione di ghiacciai artificiali, una risposta innovativa alla scarsità d’acqua che minaccia la sopravvivenza di queste comunità. Un potente promemoria dell’urgente necessità di adattamento e trasformazione in un mondo che cambia rapidamente, dove l’umanità è allo stesso tempo vittima e colpevole. I ragazzi e le ragazze sono stati accolti dal regista Francesco Clerici con il quale hanno dialogato anche sul concetto di documentario e di documentazione del reale, stesso argomento approfondito a scuola nel workshop tenuto dal regista e documentarista Giulio Tonincelli.
Ma Orvieto Cinema Fest, sabato mattina, è stata anche la cornice di proiezione del lavoro svolto nell’anno scolastico 2023/2024 dalla Ex Classe 5A dell’Indirizzo Audiovisivo e Multimediale in collaborazione con la Casa di Reclusione di Orvieto. Infatti, durante lo scorso anno, i ragazzi e le ragazze della classe, insieme al Prof. Fabrizio Boggi e alla Prof.ssa Valentina Dalmonte, hanno portato avanti un percorso di PCTO dal titolo “INTER-AZIONI”. Un aspetto che spesso viene trascurato quando si parla di detenzione è quello della perdita del contatto con la propria sfera individuale, il proprio corpo e la propria fisicità. In carcere non esistono specchi e la vita collettiva scandisce gli orari della giornata. I laboratori che sono stati proposti sono andati ad indagare il rapporto con lo spazio e le persone circostanti, così come l’immagine di sé attraverso la camera, che i detenuti e gli studenti partecipanti hanno deciso di darsi. I laboratori sono stati gestiti dal regista e performer Davide Simoncini ed hanno portato dalla creazione di due prodotti multimediali: un foto racconto e un corto documentario, di cui firma la regia lo studente Umberto Leonardo Marzuoli, che in 20 minuti, racconta la profondità dell’esperienza svolta insieme.
Ma il ruolo principale dei ragazzi e delle ragazze all’interno del festival è stato quello di svolgere il ruolo di Giuria Giovani. Infatti, parallelamente alle proiezioni serali, gli studenti e le studentesse dell’indirizzo multimediale a scuola, insieme alla professoressa Dalmonte, hanno potuto vedere i corti in concorso, analizzarli e votare il loro preferito che è risultato essere “Palestine Islands” di Nour Ben Salem e Julien Menanteau. Sabato sera i ragazzi e le ragazze della classe 3A, 4A e 5A hanno potuto raccontare quindi la loro esperienza sul palco, in un Teatro Mancinelli gremito di pubblico. Questa la motivazione che Vittoria Micillo, studentessa della 5A, ha letto sul palco: “Come giuria giovani abbiamo scelto di premiare il cortometraggio “Palestine Island” per la capacità di raccontare con originalità, delicatezza ma anche profondità una storia di speranza in un contesto di conflitto. La fotografia e la regia ci immergono nella storia, nei sentimenti dei personaggi, nei loro legami e anche nel contesto in cui vivono creando un forte impatto emotivo. Inoltre lo abbiamo scelto per l’attualità del tema che affronta, del dolore causato dalla guerra ma anche dell’impossibilità fisica e simbolica di superare i confini imposti. Confini che la protagonista con la sua immaginazione supera, ricordandoci che, dove i muri dividono, l’arte può creare una via per sognare e costruire un futuro diverso.”